La Rivista
Poche chiacchiere: nero su bianco.
Questa può essere considerata la filosofia che ha motivato la nascita di “al sâs”, il semestrale del gruppo di studi “Dieci righe”
La convinzione che per colmare la lacuna esistente nei confronti della comune aneddotica, con- cretizzando gli sforzi dei tanti che hanno cercato, con i loro studi, di unire gli anelli mancanti della nostra storia locale, non poteva che portare alla nascita di un periodico che abbia la funzione, oltre che di mettere “nero su bianco” le pagine dimenticate del nostro passato, anche quella di essere uno strumento di consuntivo e di riferimento per le realtà, locali e non.
Numero 0 della rivista
L’intenzione è quella di fare storia, riportando alla luce dei riflettori sia quegli avvenimenti della storia recente e di quella antica che ieri sono stati considerati di poco conto, perché non legati ai grandi fatti internazionali, sia quelli già in primo piano perché strettamente connessi alla storia regionale, nazionale e mondiale. Ai primi si riferiscono tutte le vicende che hanno portato il nostro paese a trasformarsi, nel “breve” lasso di tempo compreso tra l’unità d’Italia e oggi, da borgo artigianale di servizio al- l’agricoltura, a polo produttivo e centro nevralgico per le valli del Reno e del Setta.
La trattazione di questa storia passa attraverso la fantastica avventura di Guglielmo Marconi, attore a soli 21 anni dell’avvio di una nuova era, quella delle telecomunicazioni, “la nostra era”, che continuamente stupisce per le sue esaltanti scoperte, molte delle quali possibili solo grazie alle geniali intuizione di Marconi. Lo scenario di questa eccezionale avventura fu la villa Griffone di Pontecchio, ed ogni abitante di Sasso Marconi deve essere orgoglioso del privilegio di appartenere alla stretta cerchia dei concittadini di Marconi.
A Sasso Marconi si lega anche la singolare storia della “Madonna del Sasso” che, collocata nel 1200 in un misero ricovero ricavato ai piedi della Rupe, ha finito per essere il simbolo della religiosità della gente di questi luoghi. L’essere la sede di un santuario è un altro motivo per apprezzare l’appartenenza a questi luoghi ed un’altra ragione di studio del nostro passato.
Molteplici sono quindi le motivazioni per aprire un dialogo attraverso le pagine di questo periodico e molte se ne aggiungeranno, se queste pagine sapranno risvegliare l’interesse in altri che, speriamo, vorranno fare parte del gruppo.
Francesco Fabbriani